[ teatro Lo Scantinato]


Ven. 12 - Sab. 13 - Ven. 19 – Sab. 20 - Ven. 26 – Sab. 27 Ottobre
ACQUA CHETA
L'intramontabile testo di A. Novelli. Brillantemente diretto da Silvia Rabiti.

In Replica dal successo 2010!
La frizzante commedia di Novelli, con una colonna sonora d'eccezione sulle note di Frank Sinatra.
Una regia che mescola tratti da pellicola d’epoca all’audacia di un lavoro con gli attori che ha dell’incredibile.

Quota di Partecipazione 14 euro
INGRESSO dalle 20.45 alle 21.15
prenotabile da lunedì 1 ottobre
Acqua Cheta

Il richiamo al mondo di celluloide:

  • La scenografia come un negativo d’epoca: Appena entrati in casa di Anna e Anita (perché di questo si tratta, in quanto come sempre nelle scenografie dello Scantinato si “entra” e non si “assiste”) a ben vedere si percepisce di essere come in un negativo di una pellicola fotografica. Le pareti che in una casa sono bianche qui sono nere, i mobili in legno che in casa sono scuri qui sono ricostruiti di legno crudo, chiarissimi. Volutamente lasciati “nudi e crudi” a significare nuda schiettezza senza il velo dell’artificio.
  • Il rewind come una pellicola che si riavvolge: la scenografia non è il solo richiamo al mondo di celluloide, l’inizio dello spettacolo è segnato da un divertente  rewind. Gli attori “riavvolgeranno” le azioni per riportare la storia all’inizio e riproiettarla di fronte al pubblico.
  • L’arresto della proiezione: Ad ogni ingresso di personaggio, per presentarlo al pubblico uno stop ovvero un fermo immagine con tanto di rallentamento sonoro (come ai vecchi giradischi quando andava via la corrente) qui tanto la musica quanto le parole dell’attore rallenteranno andando a trovare i toni bassi e deformati fino a fermarsi.

    Il lavoro con gli attori: L’audacia di osare “a crudo” ciò che l’emozione chiede.  L’audacia più divertente e incredibile di questa lavorazione sta nel fatto che alcuni momenti di maggior intensità sono stati resi facendo muovere, in delle coreografie, attori e attrici a cui la danza era completamente sconosciuta. E ciò non per gusto della sfida (dal sapore di dilettanti allo sbaraglio), ma perché l’attore è stato portato a esprimere il sentimento del proprio personaggio “a crudo”. Come a crudo sono i mobili della scenografia. Autentico, non mediato. L’emozione uscirà da tutti i canali che l’attore ha a disposizione e se quel canale non è ancora pronto o addestrato? Meglio! Ancora più autentica l’emozione, più vero l’imbarazzo, più audace l’osare una dichiarazione d’amore, più tentennante l’incertezza. Ci faranno forse commuovere o sorridere? Certo! Come ogni cuore che s’innamora fa commuovere e sorridere ogni anima trasparente.

TRAMA: Il vetturino Ulisse ha due figliole Ida e Anita. Anita ama Cecchino, un  giovane falegname, e i due non si vergognano di manifestare il loro affetto. Ida, la schiva e timida sorella minore, sembra molto infastidita da ciò mentre il buffo garzone Stinchi ha capito subito i buoni propositi del falegname e si fa alleato dei due innamorati. Ulisse appena rientrato in casa, è informato da Cecchino del suo sentimento per Anita e sarebbe anche disposto a dare il suo consenso quando interviene sua moglie che liquida il falegname con poche e chiare parole: per sua figlia ha altre ambizioni. Arriva intanto il nuovo inquilino Alfredo, un giovane a cui la sora Rosa ha affittato una camera. Alfredo sembra un tipo molto distinto ma Anita riconosce in lui lo spasimante di quell'acqua cheta di sua sorella Ida. La sera stessa troviamo i nostri eroi a cenare in giardino. Anita con il suo dolore per l'amore contrastato, Stinchi con il suo fiasco di vino e Ida, tutta ammaliata dalle parole che declama il signorino Alfredo. Anche la sora Rosa è conquistata dai modi gentili di Alfredo che con diverse bugie si fa benvolere. Alfredo però ha addirittura organizzato una fuga con Ida, non prima però di aver portato la famiglia alla tradizionale festa della Rificolona. Dopo la festa tutti vanno a dormire ma ecco Alfredo e Ida mettere in atto il loro piano: vogliono fuggire e hanno già noleggiato una carrozza.  Mamma Rosa è disperata alla notizia della fuga dei due giovani: che scandalo! Fortunatamente Cecchino ha ascoltato il colloquio fra Ida e Alfredo e ha potuto riacciuffarli con l'aiuto di Stinchi. Il falegname è un bravo giovane e va ricompensato: avrà la sua Anita.
In quanto a Ida, dopo la dovuta romanzina, potrà sposare Alfredo anche se ancora una volta si rivela saggio l'antico detto: "L'acqua cheta rovina i ponti!" Tutti felici dunque ed anche Stinchi, che ama il suo fedele fiasco di vino, si consola pensando alle bevute che farà durante il doppio matrimonio.

L’acqua cheta è una celebre commedia toscana datata 1908, che ha saputo rappresentare e raccontare con ironia la società del tempo. E’ un classico, perché in essa si riconoscono ancora le peculiarità, i caratteri del popolo fiorentino. Ma oggi, nel nostro mondo più che smaliziato, cosa ancora potrebbe dirci? Nella regia di Silvia Rabiti qualcosa di “nuovo”, è sbocciato, e stupisce proprio come il primo amore, comunicando potenza e autenticità.

Prenotazioni e associazioni:
Attenzione per partecipare occorre essere soci (per associarsi potete compilare la domanda di associazione on line www.scantinato.net oppure www.ilgeniodellalampada.it ). E' possibile prenotare a partire dalla data indicata telefonando allo 055-573857 in orario 16.30 - 19.30.