Windsor 2014

 

manifesto-windsor-2014-rev3-800pxLa scuola di teatro del GENIO DELLA LAMPADA
in collaborazione con
la compagnia Down Theatre

presenta:

il “Life Moving” Windsor e le comari tratto da William Shakespeare

Coordinamento Regia : Alessia De Rosa

 

 

“Le Allegre Comari” di Shakespeare diventano nel  Life Moving degli allievi-attori della Scuola di Recitazione Il Genio della Lampada, “Windsor e le Comari”. Il paese è al centro di tutto, con la sua vitalità quotidiana, fatta di episodi, intrecci, equivoci. Molte sono le vicende narrate in quest’opera ed il rischio è quello di perdersi dietro gli intrecci e gli equivoci che si sviluppano: la messa in scena sceglie di concentrarsi su quello che realmente Shakespeare ci regala: la ricchezza dei personaggi che popolano Windsor. Una moltitudine di personalità con cui Shakespeare ha voluto narrare temi ‘neri’ dietro l’apparente ‘allegria’ delle sue comari, che – a nostro avviso – sono davvero poco allegre!

Windsor apparentemente normale, cela invece nei suoi toni farseschi la narrazione di temi seri: la maniacale gelosia di Mastro Ford; l’aspro moralismo che spinge le Comari Page e Ford a farsi giudici spietati di Falstaff; e la sapiente crudeltà con cui vengono organizzate beffe a vendetta di inganni ricevuti, a castigo di azioni giudicate immorali. Ma è soprattutto il denaro che motiva e sostiene quasi tutte le azioni narrate: da Falstaff, che vuole avvicinarsi alle famiglie benestanti Page e Ford; ai coniugi Page, che vogliono accasare la loro figlia Annetta secondo il miglior partito sebbene ridicolo e privo d’amore; così come Monna Spiccia, che tesse le fila di improbabili fidanzamenti e l’Ostessa della Giarrettiera, che certa di non essere mai oggetto di inganni, verrà invece derubata da falsi cavalieri.

Volendosi allontanare dalla messa in scena di una farsa leggera e allegra, si preferisce parlare di ‘farsa del brutto’: i personaggi, ‘tanto brutti quanto reali’, faranno affezionare il pubblico, che potrà affacciarsi nelle loro case, sbirciare agli angoli dei vicoli, accomodarsi nella piazza di Windsor, assistendo a 2 ore di intrecci e inganni… in cui forse il pubblico stesso potrebbe rimanere ingannato.

Ma per metterlo in guardia, proprio nell’apertura dello spettacolo le carte verranno scoperte, anche se i crudeli, brutali e spietati abitanti di Windsor faranno di tutto per farci credere ad una Normalmente Windsor.

 

La trama

Il nobile, ma molto decaduto, Ser John Falstaff decide di corteggiare due facoltose comari di Windsor, sperando di poter accedere così alle ricchezze dei loro mariti George Page e Frank Ford. Le donne scoprono il raggiro e decidono di castigare Falstaff: lo nascondono dapprima in un fagotto di panni sporchi facendolo finire così nelle acque gelide del Tamigi; lo fanno poi travestire da vecchia fattucchiera procurandogli una solenne bastonatura da parte di Mastro Ford; ed infine lo convincono ad incontrarsi con loro nel bosco presso la quercia di Erone, dove tutti gli abitanti di Windsor insceneranno un finto agguato di fate e spiriti per prendersi gioco del malcapitato Falstaff. Ma Falstaff non è il solo ad essere ingannato, dato che a Windsor tutto è una gigantesca burla in cui ognuno si beffa del suo vicino. Travestimenti, matrimoni di compromesso, affari equivoci, inganni e furti si vanno ad intrecciare alla vicenda di Falstaff.

 

L’origine

Fedelmente tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare, lo spettacolo, messo in scena per la prima volta da Il Genio della Lampada nel 2002, ha portato a battesimo un nuovo genere teatrale: il LIFE MOVING. Dal 2002, il LIFE MOVING è divenuto una caratteristica fondamentale negli spettacoli della scuola de Il Genio della Lampada; tra essi ricordiamo: “Miserabili” (2011), “Sogno di una notte di mezza e’state attenti” (2012), “Notre Dame” (2013).

 

Il Life Moving

Nel  LIFE MOVING non si balla ma si muove la vita, non si canta, ma si dà voce ai pensieri, con ritmi e gesti espressivi. Questo nuovo stile è la risposta in arte alle seguenti domande: “Come si muove un sentimento?” “Che voce ha uno stato d’animo?” “Come si rende una gioia collettiva?”. Ovvero, cosa c’è dietro alle parole? Per il Down Theatre, dietro alle parole c’è la vita, il movimento della vita e dell’anima.

Gli spettatori si trovano immersi nell’atmosfera complice e maliziosa della comunità di Windsor, in cui beffa, inganno, gelosia, mistero e pettegolezzi si fondono in un’originale sintesi dei temi più cari a Shakespeare.

Lo spettacolo si apre con la piazza di Windsor: un paese che si muove, parla, vive a ritmo, come fosse un unico coro, formato dalla memoria storica dei vecchi abitanti e dalle nuove famiglie borghesi, in una evidente contrapposizione tra l’apparente normalità e la reale crudeltà delle molteplici note. Lo spettacolo avviene in mezzo al pubblico come tradizione del Down Theatre (inteso come “teatro giù dal palco”): il pubblico come nascosto dietro gli angoli dei vicoli, sbircerà nelle case di Windsor.

Il LIFE MOVING sottolinea questo contatto magico col pubblico e traduce alcuni dei momenti più significativi del testo in una coralità corporea e vocale, in stretta sintonia con il ritmo della musica, attraverso i DACTIL.

 

I dactil

Abbiamo assunto il temine DACTIL nella accezione di battuta, scansione, ritmo, che caratterizza in maniera diversa e irripetibile ogni ambiente posto a sfondo della vicenda. Come i luoghi sono tanti e multicolori, così altrettanti, e altrettanto vari, sono i DACTIL che esprimono l’essenza della situazione.

I movimenti sono sincroni o sfalsati, ma sempre volti a sintetizzare il significato profondo del testo.

In apertura troviamo tutta la piazza di Windsor che si muove come un’orchestra, nell’alternarsi dei toni e dei temi contrapposti: la normalità ostentata si scontra con la reale natura spietata di tutti gli abitanti. Nella locanda, sempre a ritmo, malfattori e ragazze, si scambiano moine e boccali di vino. Nel campo dei fiori (dactil costruito nella maggiore staticità del corpo con una coreografia di movimenti del volto e di suoni vocalici), avviene il tentativo di duello fra Caio, medico francese, ed Evans, prete gallese. La preparazione della burla finale a dispetto di Falstaff prende spunto dal racconto della vecchia storia di Erone, raccontata dai vecchi abitanti di Windsor. L’atmosfera del paese ritorna, questa volta condita di tutto l’umorismo grossolano e pungente dei protagonisti, nella buffa quanto crudele mascherata organizzata dai paesani che, travestiti da spiriti e fate, improvvisano un comico rito nel buio del bosco alla quercia di Erone. Ed infine non può mancare, proprio nei saluti finali, la sintesi dei gesti più significativi di tutto lo spettacolo, in un passaggio tra il personaggio e l’attore.

Il dactil esprime la poesia del gesto quotidiano, l’arte nascosta, la musica invisibile che scandisce il ritmo, a volte goffo, a volte magicamente sospeso, della vita di un paese. Esso realizza, così, la sintesi più libera e concreta di forma e contenuto, fondendo ogni stato d’animo con la sua espressione e proiezione esterna, in una coreografia vivente formalmente libera, ma imbrigliata nel ritmo della vita.

 

L’innovazione di questa regia

L’ edizione di “Windsor e le comari” 2014 sceglie di concentrarsi ancor più su quello che Shakespeare realmente ci regala con questa opera, la ricchezza dei personaggi che popolano Windsor. Una molteplicità di soggetti con cui procede la narrazione di temi neri (gelosia, moralismo, giudizio, crudeltà, vendetta, denaro) dietro i loro toni apparentemente farseschi e bonari.

Lo spettacolo offre due livelli di narrazione: l’uno surreale, quasi ipnotico dei DACTIL in cui i personaggi, sospesi in una dimensione incantata, si muovono alla ricerca della loro verità e svelano l’essenza del loro agire; l’altro, fedele al testo Shakespeariano, in cui si vivono le vicende della commedia.

Fin dalla scena iniziale gli abitanti di Windsor ammiccano al pubblico per invitarlo a seguirli nelle vicende del paese. I personaggi traggono forza e significato dall’essere parti difformi di un coro di voci, di spazi condivisi tra le strade e le piazze del paese. I loro tratti caricaturali, che bene sottolineano la multiforme vivacità della commedia umana, sono come pennellate di colore in un quadro impressionista: la realtà rappresentata è una e armonica, se vista nel suo insieme, per poi rivelarsi, ad una più attenta osservazione, composta di mille particolari diversi. Il ritmo è vorticoso: burle, inganni e travestimenti senza sosta portano il pubblico nel clima di contagiosa allegria… ed inganno, da cui viene però messo in guardia fin dall’inizio!

 

Gli attori

Gli attori sono gli allievi della scuola, ma l’impegno è quello di produrre uno spettacolo quanto più professionale possibile, e l’obbiettivo, fin da adesso che sono allievi, è prima di tutto quello di mettere la propria espressività corporea e vocale a disposizione del testo per coinvolgere il pubblico nella magia del teatro.