Una originale e grintosa lettura di EDIPO a cura degli allievi specializzandi del corso “Dalle quinte alla scena”
regia a cura di Sandra Balsimelli
e degli attori del laboratorio “Dalle quinte alla scena”
Chi e quell’animale che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha solo due e alla sera tre”?
Un viaggio nei cassetti dell’anima, si vorrebbe chiudere gli occhi per non vedere…
si vorrebbe spalancarli per sottrarsi all’angoscia,
si potrebbe non riuscire mai più a richiuderli o a riaprili… Edipo… ME
Edipo me
Su Facebook per sbirciare i ‘profili’ degli ‘amici’. Su Instagram per guardare le foto degli altri e scoprire segrete connessioni. Oggi la storia di Edipo non sarebbe mai esistita. Le sue domande per svelare i segreti inconfessabili sulla sua vera identità, avrebbero facilmente trovato le risposte in rete. E’ in questo modo che il personaggio di Edipo diventa un eroe positivo di cui i nostri tempi avrebbero bisogno. Una vittima che, malgrado i mezzi discutibili, insegue tenacemente la verità. In tempi disorientanti, dove i capi sono in stallo e la politica non incede, Edipo è un uomo controcorrente perché corre verso la luce scomoda ma rivelatrice della verità. Vittima di un abbandono indicibile, resterà macchiato per sempre di una colpa che non ha, diventando lui stesso colpevole e responsabile di azioni condannabili. Quell’ombra scura che lo insegue fin da bambino lo marchierà a lungo, anche in età adulta, quando la sua mente brillante gli permetterà di sconfiggere la Sfinge ed entrare vittorioso a Tebe, la città che, come in un giallo di Simenon, sarà il teatro della sua indagine. Edipo nasconde se a se stesso, come ognuno dei cuoi concittadini.
Ma i segreti, si sa, si insinuano nell’apnea di ogni respiro, si addensano grumi di sangue che affaticano il cuore, si impigliano come artigli velenosi alla bocca dello stomaco, trapelano attraverso la pelle, corrompono ogni fibra del corpo se non si permette loro di trovare un varco. Questo credevano i greci antichi che, attraverso il teatro, riunivano i cittadini come attorno ad un altare, un pubblico rituale di purificazione. E… si sa… ogni rito ha la sua vittima sacrificale, che porti su di sé il compito di pagare il prezzo della colpa per tutti. E questo, anche questo è Edipo, capro espiatorio di una città malata, sorta su fondamenta insanguinate, dilaniata da lotte di potere e oscuri presagi. Ed Edipo compie per noi l’atto magico per eccellenza: squarcia ignaro il velo dell’illusione su se stesso, scopre la verità, di fronte alla sua nudità abbagliante si acceca, per punizione? Forse. Per guardare ormai dentro se stesso, senza più fuggire così a noi è parso. Ecco per Edipo è davvero ognuno di noi, nocchiero di un viaggio dentro le bugie che raccontiamo a noi stessi pur di conservare intatta la nostra versione dei ricordi, custode di memorie di abbandono ed amore negato, annidate nei cassetti dell’anima, messaggero di verità e di guarigione.
La trama
La scena si svolge a Tebe dove il re Edipo è supplicato dai sudditi di trovare un rimedio alla terribile pestilenza che affligge la città. Interrogato l’oracolo di Delfi scopre che gli dei placheranno al loro furia solo quando sarà stato punito l’uccisore di Laio, il precedente sovrano. Edipo, divenuto re di Tebe per aver indovinato l’enigma del terribile mostro che intrappolava la città, la Sfinge, si incarica di indagare e scopre, grazie agli indizi dell’indovino Tiresia, di essere lui stesso l’unico colpevole. Figlio di Laio era stato abbandonato dal padre, spaventato dalla profezia secondo la quale il figlio lo avrebbe ucciso. Sopravvissuto grazie ad un servo pietoso che lo aveva consegnato a Polibo di Corinto perché lo crescesse come un figlio, Edipo si era recato a Tebe per sfidare la Sfinge ma, lungo la strada, un diverbio con un carro proveniente nella direzione opposta lo aveva portato ad uccidere il passeggero e la sua scorta. Il destino vuole che la vittima fosse proprio Laio, che Edipo sostituì sul trono e nel letto, sposandone la moglie Giocasta, sua madre e concependo con lei dei figli, frutto di un inconfessabile incesto. Atterrito dall’emergere di questa verità Edipo si acceca e si autoesilia da Tebe.
Lo studio su Edipo
Al Teatro Florida, Venerdì 11 maggio va in scena Edipo ME, uno studio collettivo su “Edipo re” di Sofocle, frutto del laboratorio Dalle quinte alla scena, svolto dagli allievi specializzandi del Genio della Lampada. Edipo ME nasce prima di tutto da una particolarissima esperienza di lavoro di gruppo. Come si passa dalle righe di un classico alle emozioni incarnate sulle assi del palcoscenico? Come si scrive una battuta teatrale? Come si sceglie come tradurre in immagini, luci, musiche, gesti, una storia nata migliaia di anni fa? Come decidere cosa mostrare al pubblico? Come si valuta uno spettacolo o l’interpretazione di un attore? Queste le domande a cui hanno tentato di rispondere gli allievi del laboratorio, affrontando un percorso che li ha portati ad assaggiare esperienze di regia, recensione teatrale, riduzione di un testo, scenografia, fotografia, accompagnati da un’unica strada maestra: scegliere. Sempre. Tutto. Il perché di un colore, di una frase, di un significato intuito tra le righe di una battuta, esporsi ed esporre la propria visione del mondo, con umiltà e coraggio, alla ricerca dei moventi profondi che spingono da sempre l’umo a comprendere se stesso attraverso una maschera. Questo percorso, nuovo anche per chi lo proponeva per la prima volta, ci ha catapultato, allievi, insegnanti, registi della compagnia del Down Theatre, in una visione articolata e policentrica dell’esperienza teatrale, in un gioco di specchi che ci ha costretto ad osservare la scena da tutte le prospettive. Un ‘esperienza di arricchimento personale e culturale di cui lo spettacolo è un work in progress, uno studio, appunto, che ha aperto curiosità, strade, voglia di continuare il cammino.
Le scelte di regia
Una scena vuota, al centro un trono di stracci, ovunque il coro degli attori vestiti con abiti contemporanei ma stracciati e sporcati, che, a turno incarnano i personaggi. La tragedia si ambienta fuori dal tempo e dallo spazio, in una danza ipnotica in cui la comunità malata di peste sceglie a turno uno dei suoi membri per incarnare la coppia sacrificale, Edipo e Giocasta, da porre al centro ad incarnare il male collettivo da espiare. Ognuno è ignaro portatore di un morbo, di un non detto, di un segreto, nascosto in un cassetto dell’anima a cui allude altro elemento essenziale della scenografia: Un cumulo di cassetti di fogge diverse, piene di stracci, in cui si fruga, si scruta, di cui si ha paura di svelare il contenuto. Ogni Edipo e ogni Giocasta interpretano un lato diverso del carattere delle due grandi figure mitiche, la regalità, l’incredulità, la rabbia, il terrore, la ribellione, la colpa, l’espiazione.
Filo conduttore della Narrazione la Sfinge, interpretata da tre attrici che accompagna ironica le vicende di Edipo, proprio colui che, illuso di aver sconfitto con le astuzie della sua mente, il mostro ibrido, simbolo qui degli aspetti più inconsci e profondi della psiche umana, ne viene manipolato e intrappolato in una rete di conseguenza fatali che lo porteranno a compiere il proprio destino.
Il testo di Sofolce si alterna a immagini e frasi nate dalla scrittura collettiva degli attori, si esprime in scene corali dove ritmo, body percussion, uso del corpo, tentano di riprodurre l’antica arte teatrale nella sua dimensione sensoriale totalizzante. La lettura registica dell’opera parte dalla consapevolezza dell’impossibilità di riprodurre l’esperienza emotiva del teatro antico, come suggerisce un dissacrante prologo introduttivo: il nostro mondo è lontano dalla potenza sensuale e travolgente dell’arte antica. Eppure…
…l’urgenza profonda di catarsi e rigenerazione
che si avverte nelle pieghe della realtà contemporanea
ci ha spinto ad osare confrontarsi con questo classico,
per trarne ispirazione e spinta all’evoluzione.
con
Francesco Acuti
Silvia Boccellari
Nadia Capanni
Emanuele Cecchetti
Nicoletta Dose
Maurizia Fadini
Federica Murolo
Laura Negri
Sara Pagani
Alessandro Piva
Tommaso Puggelli
Sandra Quercioli
Luca Tanteri
Marinella Veltroni
Massimo Zagli
selezione musicale a cura di
Alessandro Sanesi e gli attori del laboratorio
progetto grafico:
Nadia Capanni e gli attori del laboratorio “Dalle quinte alla scena”
luci e musiche:
Marcella Soldani Benzi e Fedora Ginanni
Intero: 14 € / Ridotto: 10 €
(riduzione solo presentando la tessera del Genio della Lampada)
Inizio spettacolo ore 21.15 (apertura biglietteria ore 20.15) Posti non numerati
ATTENZIONE: Ci scusiamo ma non è possibile il pagamento con carte o bancomat
TEATRO CANTIERE FLORIDA
Firenze – Via Pisana 111 Rosso (angolo via di Soffiano)